Intervista a Antonia Monopoli

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Monika: Antonia Monopoli è la mia ospite speciale oggi. È una transattivista, scrittrice, creatrice di video di YouTube e attrice teatrale italiana. Da anni è responsabile dello Sportello Trans dell'associazione Ala, organizzazione italiana che si occupa di tutela della salute, inclusione sociale, antidiscriminazione e cooperazione sia a livello nazionale che internazionale. È autrice di “La Forza di Antonia: Storia di una persona transgender”. Ciao Antonia! Grazie per aver accettato il mio invito.
Antonia: Grazie a te per avermi scelta per questa intervista, per me è un onore oltre che un piacere essere intervista da te.
Monika: Molti di noi, me compresa, vivono la vita di mogli, madri e figlie, cercando di dimenticare il proprio passato. Hai deciso di essere una sostenitrice dei diritti deelle persone transgender e di esprimere la nostra immagine positiva nella società. Hai mai sentito la tentazione di nascondere il tuo passato essendo una donna piuttosto che una donna transgender?
Antonia: Penso che mi sono nascosta per troppo tempo che ad un certo punto della mia vita, esattamente nell’anno 2002 ho deciso di non nascondermi più e ho deciso di vivere la vita alla luce e non in ombra, affrontando qualsiasi cosa la vita stessa mi mettesse davanti a me cercando di essere anche di esempio a tante altre persone transgender, spero sia riuscita 
Monika: Essere responsabile dello sportello trans dell'associazione Ala ti ha permesso di incontrare e affrontare molte problematiche della comunità transgender di Milano. Quali sono le sfide comuni che le donne transgender affrontano in questa bellissima città?
Antonia: Le sfide più comuni sono lavorative, abitative, sanitario e sociale perchè c'è un periodo di due anni nei quali la persona transgender vive con i documenti non conformi all’aspetto e capita che vive maggiori discriminazioni e microaggressioni.
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"La mia esperienza
legata al teatro nasce
fin da piccola età."
Monika: Cosa pensi della situazione attuale delle donne transgender nel tuo paese in generale?
Antonia: Un donna transgender nel mio paese, subisce ancora oggi le conseguenze negative di uno stigma legato alla prostituzione, oltre che alla perdita di credibilità in quanto donna transgender e perdita anche di un ruolo nella società.
Monika: Sei una donna dai molti talenti. Sei anche un'attrice. Potresti approfondire i progetti a cui hai preso parte?
Antonia: La mia esperienza legata al teatro nasce fin da piccola età, mio padre ha lavorato per tanti anni in un cinema teatro nel mio paese di nascita, poi in seguito grazie ad una regista e drammaturga italo argentina che mi ha coinvolta in un laboratorio teatrale nel 2010 ha dato inizio alla mia carriera teatrale ma anche a far parte della compagnia teatrale Atopos portando in scena “Variabili Umane” e “The Gender Show”, qualche anno dopo grazie ad un’altra regista e drammaturga italiana ho avuto la parte di Lola nello spettacolo “Tutto su mia madre” tratto dal film di Almodovar, in seguito un regista e drammaturgo italiano mi ha scelta per entrare a far parte di una rassegna teatrale, “Amori Diversi”, nella quale ho avuto l'opportunità di portare in scena un mio monologo tratto dal mio libro pubblicato nel 2019 “La Forza di Antonia - Storia di una persona transgender”.
Monika: Tutti noi paghiamo il prezzo più alto per la realizzazione del nostro sogno di essere noi stessi. Di conseguenza, perdiamo la nostra famiglia, i nostri amici, il lavoro e la posizione sociale. Anche tu hai pagato un prezzo così alto? Qual è stata la cosa più difficile del tuo coming out?
Antonia: Ricordo che quando vivevo da maschietto, mi sono data all’alcool, ho tentato il suicidio e più volte sono scappata di casa fino poi nel 1994 scegliere di allontanarmi dalla mia famiglia perchè vivevo la mia diversità come una colpa. Per non parlare della discriminazione che ho subito come donna transgender in una società maschilista. Ma tutto questo non mi ha fatto arrendere mai. Ho cercato nel tempo di elaborare in solitudine per affrontare la vita così come si presenta.
Monika: Cosa ti ha ispirato a scrivere La Forza di Antonia: Storia di una persona transgender" (2019)?
Antonia: Volevo che le persone leggessero la mia storia di vita e trasmettere la forza che ha abitato in me e che ho sempre cercato di coltivarla.
Monika: Quali parti della tua storia potrebbero essere utili ad altre donne transgender? 
Antonia: Ho passato una infanzia e adolescenza difficile, per non parlare del mio inizio di affermazione di genere, quando non c’erano punti di riferimento per persone transgender come quello in cui oggi sono la responsabile, ma anche la difficoltà di inseririmi in un cotesto sociale e lavorativo, posso dire che con grande difficoltà sono riuscita ad essere me stessa e aiutare chi ne aveva bisogno. 
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Monika: Perché hai scelto Antonia come nome?
Antonia: Quando ho scelto il mio nome ho cambiato l’ultima vocale. Il mio nome di battesimo è Antonio e io quando ho deciso di essere Antonia volevo portare con me il mio passato e dicendomi che grazie ad Antonio e a tutto quello che ha passato oggi sono Antonia.
Monika: La tua famiglia è stata sorpresa dalla tua transizione?
Antonia: Ho manifestato la mia identità femminile all’età di 7 anni, i miei affetti non erano preparati e hanno cercato di aiutarmi come potevano chiedendo linee guida a professionisti della salute mentale, ma loro stessi non sono riusciti a capire cosa mi capitasse fino a quando io stessa nel 2002 ho iniziato a prenderli per mano e a condurli nel mio mondo.
Monika: Si dice che siamo prigionieri della sindrome transitoria o non transitoria. Sebbene gli interventi di chirurgia estetica aiutino a superarlo, saremo sempre giudicati di conseguenza. Come possiamo affrontare tutto questo?
Antonia: In base alla mia esperienza personale posso dire che non ho vissuto questa sindrome transitoria o non transitoria, perché ritengo di aver vissuto la mia affermazione di genere con serenità senza l’ansia di fare tutto e subito. Ho effettuato due interventi (prima orchiectomia e poi mastoplastica additiva) a 20 anni di distanza dall’inizio della mia transizione. Quindi rispondendo alla tua domanda, bisogna vivere tutto con serenità cercando di arrivare ai vari interventi chirurgici con consapevolezza e serenità, quando si sente la necessità.
Monika: Ricordi la prima volta che hai visto una donna transgender in TV o hai incontrato qualcuno transgender di persona che ti ha aperto gli occhi e ti ha permesso di realizzare chi sei?
Antonia: All’età di 17 anni, ho incontrato nel mio paese di nascita una persona conosciuta qualche anno prima con la sua identità maschile e quando l’ho rivista ho notato la sua trasformazione che in me ha abitato lo stupore e la meraviglia, lì ho capito che c’era speranza anche per me.
Monika: Hai avuto qualche sorella transgender intorno a te che ti ha supportato durante la transizione?
Antonia: Certo, all’inizio del mio percorso di affermazione di genere ho avuto vicino a me qualche amica con le quali ho coltivato l’amicizia e la sorellanza.
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"Anzi per ogni porta in
faccia mi caricava nel pormi
meglio con determinazione e
voglia di lavorare."
Monika: Ti piace la moda? Che tipo di outfit indossi solitamente? Eventuali modelli di moda, colori o tendenze speciali?
Antonia: A me è sempre piaciuta la moda anni 50. Una volta utilizzavo molto il color rosso, difatti mi chiamavano “la donna dalle tante sfumature di rosso”. Ho utilizzato il nero nei periodi bui della mia vita perchè ho sempre visto nel colore nero la trasformazione o l’elaborazione, quasi come un colore spirituale. 
Adesso utilizzo il nero poche volte per snellire la mia silhoutte. È da circa un paio d’anni che utilizzo il blu, blu notte, blu marino, blu cobalto, ma mi piace anche il grigio. Mi piace il bianco e nero che simboleggia lo yin e lo yiang. Posso dire che sono un po’ vintage.
Monika: Ricordo di aver copiato prima mia sorella e mia madre, e poi altre donne, cercando di apparire femminile al 100%, e le mie amiche cisgender scherzavano dicendo che cerco di essere una donna che non esiste nella realtà. Hai sperimentato la stessa cosa?
Antonia: All’inizio del mio percorso di affermazione di genere e per qualche anno dopo, volevo assomigliare ad un cartone animato, Jessica Rabbit, perchè ho avuto sempre le basi simili a Jessica, sono alta 1,83, mi sono sempre piaciute le scarpe decoltè con tacchi vertiginosi, avevo una massa di capelli rossi tiziano (mio colore naturale) occhi verdi, labbra carnose, mi mancava la vita stretta e un seno abbondante. La vita stretta non sono riuscita ad avere ma il seno, devo dire che ho una quinta coppa c, e poi di Jessica mi è sempre piaciuta la sua sensualità che una donna dovrebbe avere.
Monika: Ricordi il tuo primo colloquio di lavoro da donna?
Antonia: Mi ricordo dei tanti colloqui in cui presentavo la mia candidatura e per il mio aspetto, la mia identità veniva bocciata. Posso dire che ho preso molte porte in faccia ma questo non mi ha mai demoralizzata, anzi per ogni porta in faccia mi caricava nel pormi meglio con determinazione e voglia di lavorare.
Monika: Quando sono uscita al lavoro, i miei colleghi maschi mi hanno trattata come se la transizione avesse abbassato il mio QI. Hai sperimentato la stessa cosa? Pensi che accada perché siamo donne o perché siamo transgender? O entrambi?
Antonia: Ricordo che in un ambiente di lavoro (call center) c’era una donna cisgender che voleva insegnarmi nel portamento perchè lei quando era giovane era stata una modella e secondo lei non avevo il portamento di una donna cisgender perchè sono donna transgender, mentre gli uomini cisgender hanno cercato di farmi sentire non abbastanza intelligente quanto loro.
Monika: Cosa consiglieresti a tutte le donne trans in cerca di lavoro?
Antonia: In base alla mia esperienza, consiglio di non demoralizzarsi mai e credere più in se stesse e nelle proprie capacità e credere in tutto quello che si vuole per se stesse.
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"I sogni aiutano a vivere."
Monika: Potresti parlarmi dell'importanza dell'amore nella tua vita?
Antonia: Un tasto dolente. Ho avuto un amore che per me è stato importante perchè mi ha insegnato tanto, nonostante il rapporto fosse tossico. Poi ho avuto in seguito delle frequentazioni con la speranza che diventassero qualcosa di importante e invece non si sono mai concretizzate. 
A 50 anni mi sono detta come dice Amanda Lear “Ho chiuso la boutique". Basta! Solo amore per se stessi e per chi per tanti anni mi è stato/a vicina/o portandomi rispetto e donandomi del bene.
Monika: Cosa consiglieresti a tutte le donne transgender che hanno paura della transizione? 
Antonia: Di essere caute, di affrontare ogni passo con serenità e tanta voglia di credere in se stesse, circondandosi di persone che ti vogliono veramente bene e che tengono a te.
Monika: La mia amica di penna Gina Grahame una volta mi ha scritto che non dovremmo limitare il nostro potenziale a causa di come siamo nati o di ciò che vediamo fare alle altre persone transgender. I nostri sogni non dovrebbero finire su un tavolo operatorio; è lì che iniziano. Sei d'accordo con questo?
Antonia: Concordo pienamente, i sogni aiutano a vivere e se riusciamo a realizzarli con serenità sicuramente troviamo la nostra felicità di essere noi stesse, mai arrendersi!
Monika: Antonia, è stato un piacere intervistarti. Molte grazie!
Antonia: Per me è stato un onore oltre che un piacere, grazie a te!

Tutte le foto: per gentile concessione di Antonia Monopoli.
Foto di Antonio Occhiuto.
© 2025 - Monika Kowalska



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