Intervista a Eva Carieri


Monika: Bologna, una bella città in Italia, è la nostra sede oggi. Sto parlando con Eva Carieri, una stimolante attivista transgender italiana, modella, attrice, blogger e celebrità della moda. Nel 2022 pubblica la sua biografia "Eva. Il prezzo dell'ambizione. La ricerca dell'amore nonostante tutto, oltre il pregiudizio". Ciao Eva!
Eva: Ciao Monika!
Monika: Sei una donna dai molti talenti. Potresti dire qualche parola su di te?
Eva: Sono una persona curiosa, famelica di apprendere tutto ciò che stimola il mio interesse. Non ho ricevuto un’educazione alla cultura o che mi permettesse di coltivare i miei talenti. Vengo da una famiglia molto povera e con scarsa istruzione, nasco in un’epoca ed in una città poco incline a dare spazio alla persone della nostra comunità. Non mi sono arresa, ho rischiato ed ho sofferto molto, ho dovuto soccombere molte volte ma ho raggiunto alcune delle mete che desideravo conquistare, una tra tutte, il mio corpo in linea al mio sentire. Certo poi, la vita è fatta di molte altre cose e credo che le persone come noi non smetteranno mai di lavorare su se stesse per migliorarsi.
Monika: Come hai iniziato la tua carriera di modella?
Eva: In tempi in cui il transessualismo era ancora un tabù, io avevo la fortuna di essere molto esile ed alta, le amicizie nell’ambiente della moda mi instradarono ma senza rendere nota la mia natura. Era divertente e remunerativo ma non sono mai riuscita ad ottenere ingaggi importanti, che mi cambiassero la vita. Non era possibile.
"Non mi sono arresa, ho rischiato
ed ho sofferto molto."
Monika: Devono esserci molte transgirl che sognano di diventare modelle. Sono troppo vecchia per questo, ma conosco molte ragazze che sarebbero grandi modelle, ma non proveranno mai a fare le modelle a causa della loro innata sensazione di non essere bellezze perfette. Hai avuto la stessa sensazione?
Eva: Si, come molte, non mi sento e non mi sono mai sentita all’altezza del ruolo, ho sempre sottolineato i miei difetti e non mi hanno reso la vita semplice. Però i fatti dicono tutt’altro, riviste, medici estetici e stilisti, mi hanno utilizzata più volte come volto di alcune loro campagne pubblicitarie minori, immagino che se il mio aspetto fosse come io lo percepivo, non avrebbero chiamato me.
Monika: Ricordi la tua prima volta in passerella da modella?
Eva: Si, non la posso scordare, fu orribile. Si tenne al Centergross di Bologna, un luogo in cui i brand della moda hanno i propri showroom ed io ero tra le ragazze che sfilavano per presentare la collezione ai Buyers. Il pavimento venne cosparso di sabbia e sfilammo a piedi scalzi. Ricordo bene l’imbarazzo che provai in asseza di tacco, sentivo che il mio corpo era esposto alla realtà, privato della postura tipica di chi indossa i tacchi alti.
Monika: Come ti sei trovata con le modelle cisgender?
Eva: Non avevamo dialogo, ma i modelli uomini erano davvero interessati.
Monika: Potresti dire qualche parola sulla tua carriera di attrice e sulla partecipazione a programmi TV?
Eva: Iniziò tutto quando partecipai a Miss Chirurgia Estetica, un concorso di donne italiane che avevano fatto ricorso alla chirurgia estetica. Io dichiarai 26 interventi chirurgichi e vinsi la fascia della donna più rifatta d’italia, durante la premiazione, dichiarai anche di aver cambiato sesso. Fu scalpore ma anche interesse per una realtà ancora poco conosciuta. Da lì in poi iniziai una serie di ospitate tv e radio in cui raccontavo la mia esperienza di vita. Mi appassionai alla Radio ed iniziai come conduttrice radiofonica, poi la tv e gli eventi artistici come Arte Fiera a Bologna Con Eva Robin’s.
Monika: Sembri un milione di dollari. Tuttavia, la nostra bellezza, purtroppo, svanisce con il tempo. Hai paura di invecchiare?
Eva: Sento già il peso della vecchiaia anche se ho solo 43 anni. Quando vivi la fortuna di avere un aspetto piacevole, la sua degradazione, è sempre fonte di grande disagio. Spero col tempo di essere in grado di gestire la situazione nel migliore dei modi ma al momento, faccio fatica ad accettarmi.
Monika: Hai mai pensato di partecipare a un concorso di bellezza?
Eva: Ho partecipato a Miss Chirurgia Estetica ma poi non ho pensato di partecipare ad altri eventi, ho sempre pensato che il lavoro che volevo fare non dovesse passare necessariamente dalla bellezza ma dalle capacità.
"Avevo bisogno di liberarmi dall
oppressione psicologica che il mio
passato mi ha sempre dato."
Monika: Cosa ti ha spinto a pubblicare la tua biografia?
Eva: Avevo bisogno di liberarmi dall’oppressione psicologica che il mio passato mi ha sempre dato. Scriverlo e poi pubblicarlo, mi ha fatta sentire libera da quel peso ma la cosa chemi ha fatto più bene sono stati i commenti dei lettori che hanno manifestato tanta solidarietà.
Monika: Sei nata a Palermo, vero? Hai avuto un'infanzia felice in Sicilia?
Eva: No, era un luogo incline alla violenza ed alla vergogna verso le persone omosessuali e transgender, venivamo derisi e umiliati e qualche volta, per puro divertimento, venivamo picchiati con mazze da baseboll. La società ed anche la famiglia d’origine non ci accettava e ritenevano la nostra esistenza come fonte di vergogna. 
Proprio ieri ho visto al cinema un film che mi ha riportata alla mia adolescenza, girato benissimo, la cui ambientazione ed il periodo storico, combaciano con la mia adolescenza in Sicilia, Stranizza d’ammuri di Giuseppe Fiorello, invito tutti a vedere il film per comprendere come vivevamo in quegli anni in Sicilia. Si tratta, peraltro, di una storia vera.
Monika: Perché hai scelto Eva come nome?
Eva: Nella Bologna degli anni 2000, vivevo per strada, dove dormivo anche, le trans di quella città erano le più temute e le più ricche, il lusso si poteva vedere tutte le sere sui marciapiedi gremiti di auto di lusso, pellicce e diamanti. Io riuscii ad entrare nel giro per scampare alla fame ma mi arresi al marciapiede ed alle sue regole, una di queste era proprio sul nome. Nessuno poteva avere il nome che aveva scelto qualcun’altra. La vita di ognuna era la messa in scena di un’esistenza unica e meravigliosa, volta alla notorietà che in una città come Bologna, raggiungevi in un attimo, visti i consensi degli uomini che ci trattavano come dive irraggiungibili.
Bologna era anche la città in cui viveva la trans più famosa in Italia, Eva Robin’s, scelsi di sfidare cotanta fama, anche perchè lei non apparteneva al giro del lavoro notturno, era un’attrice bravissima che nulla aveva a che fare con noi. Successe che a lei non importava nulla di quei diktat primitivi e diventammo amiche, mi aprì a nuove conoscenze e grazie alla sua amicizia, trovai la pace emotiva.
Monika: C'era animosità per strada tra donne trans e donne cisgender? Immagino che entrambi i gruppi abbiano gareggiato per gli stessi clienti.
Eva: No, eravamo in zone ben distinte e non ci incontravamo quasi mai, ad ogni modo vivevamo le donne cisgender con molta compassione per il loro sfruttamento.
Monika: Paghiamo tutti il prezzo più alto per la realizzazione dei nostri sogni di essere noi stessi. Di conseguenza, perdiamo le nostre famiglie, amici, posti di lavoro e posizioni sociali. Anche tu hai pagato un prezzo così alto? Qual è stata la cosa più difficile del tuo coming out?
Eva: Io, come tante, ho perso la famiglia, dormito per strada pur di non tornare sui miei passi e non ho avuto dalla vita tutto ciò che avrei sperato. Vivo la mia vita con un forte senso di ingiustizia e porto le ferite di uomini sbagliati, violenti, che mi hanno fatta sentire un pezzo di carne usa e getta ma per fortuna il tempo, il progresso culturale ed il mio voler perseverare, mi hanno restituito alcune delle cose di cui avevo bisogno, penso ad esempio al lavoro ed all'opportunità di essere e sentirmi amata da un uomo che ancora oggi rimane al primo posto nella mia vita, anche se non più come compagno ma come amico e fratello.

"Vivo la mia vita con un forte senso di ingiustizia e porto le
ferite di uomini sbagliati, violenti, che mi hanno fatta sentire un
pezzo di carne usa e getta."

Monika: La tua famiglia è stata sorpresa dalla tua transizione?
Eva: Non li ho resi partecipi, ho provato a farlo in seguito ma nonostante gli sforzi, si finiva sempre col litigare e venivo etichettata come “pezzo di plastica", " sbaglio della natura”.
Monika: E tua madre? Lei ha fatto lo stesso?
Eva: Anche lei in principio esplodeva con insulti come questi, poi però comprese la situazione.
Monika: Sei soddisfatto degli effetti del trattamento ormonale?
Eva: Sono soddisfatta, ritengo siano un’ottima terapia per noi ma ricordiamo di fare attenzione e non rinunciare mai al supporto medico. Ho perso delle amiche che inseguendo una femminilità ormai raggiunta da anni, sono morte di tumore al fegato per i troppi ormoni.
Monika: Il sistema sanitario italiano fornisce una buona assistenza sanitaria alle donne transgender? È possibile sottoporsi a operazioni di femminilizzazione e riassegnazione di genere in Italia o le donne vanno invece in Thailandia?
Eva: Io sono andata in Thailandi perchè volevo un luogo sicuro ed all’avanguardia. L’italia oggi ti consente diversi interventi in convenzione, quali la mastoplastica additiva, il pomo d’adamo, la chirurgia della voce su cui ho scritto un redazionale insieme al dott. Andre Cavalot, la Conversione androginoide che in questi anni ha visto emergere nuovi medici italiani.
Monika: Si dice che siamo prigionieri della sindrome passeggera o non passeggera. Sebbene gli interventi di chirurgia estetica aiutino a superarlo, saremo sempre giudicati di conseguenza. Come possiamo far fronte a questo?
Eva: Io credo che si debba fare pace con noi stesse, io ho scoperto la pitture che mi aiuta a svuotare la testa dalle angosce per alcune ore, la mia casa è piena di specchi e questo mi fa tenere sotto controllo me e la mia immagine che purtroppo ancora oggi è oggetto di contesa emotiva tra il mio io risolto e quello sognante che vorrebbe di più. La chirurgia è un ottimo alleato, io la sperimento anche come cura psicologica.
"Io ho fatto in modo di costruire il volto
che sentivo di avere in base alla mia
personalità."
Monika: Quando consideriamo un intervento di femminilizzazione facciale, ci troviamo sempre di fronte a due opzioni: subire cambiamenti estremamente profondi per essere femminili e belli o cambiamenti leggeri per essere femminili ma preservare qualcosa del nostro carattere. C'è qualche terza opzione?
Eva: La terza opzione è secondo me quella più sensata, rincorrere l’immagine che si ha di sé! Io ho fatto in modo di costruire il volto che sentivo di avere in base alla mia personalità. Questo mi ha ripagata perchè mi sono sempre sentita pienamente me stessa.
Monika: Ti ricordi la prima volta che hai visto una donna transgender in TV o hai incontrato qualcuno di persona transgender che ti ha aperto gli occhi e ti ha permesso di realizzare chi sei?
Eva: Sono cresciuta col mito di Eva Robin’s, poi la vita ha voluto che diventassimo grandi amiche, siamo anime affini e lei mi ha permesso di non impazzire.
Monika: Hai avuto qualche sorella transgender intorno a te che ti ha sostenuto durante la transizione?
Eva: Ho avuto Patty, con lei abbiamo fatto tutto insieme, poi il cancro me l’ha portata via giovanissima.
Monika: Cosa ne pensi della situazione attuale delle donne transgender nel tuo paese?
Eva: Il mio paese sta vivendo un’era politica buia, la destra conservatrice stringe le cinghia intorno alla persone LGBT+ e le donne trans sono ancora in un limbo che non le vede ancora partecipi di grandi ruoli.
Monika: Che tipo di abiti indossi di solito? Eventuali modelli di moda, colori o tendenze speciali?
Eva: Ormai, alla mia età. Indosso Max Mara e le sue linee Sport. I colori mi piacciono in contrasto, uso molto bianco, denim, blu, nero e tocchi di rosso e rosa.
Monika: Sperimenti spesso con il trucco?
Eva: Sono diplomata in trucco estetico e cineteatrale all’ Accademia Altieri di Roma, il trucco è una delle cose che amo, non esco senza.
Monika: A proposito, ti piace ricevere complimenti per il tuo aspetto?
Eva: Dipende, ci sono complimenti che implicano compassione come messaggio subliminale (sei molto bella….. PER ESSERE STATA UN UOMO) Questo tipo di complimento lo riscontro spesso in persone ignoranti che compatisco e tronco subito la conversazione. I complimenti piacciono a tutte, me compresa, ma sinceri.
Monika: Ricordo di aver copiato prima mia sorella e mia madre, e poi altre donne, cercando di sembrare femminile al 100%, e i miei amici cisgender scherzavano sul fatto che cerco di essere una donna che non esiste nella realtà. Hai vissuto lo stesso?
Eva: Come ti accennavo prima, io ho cercato di essere l’immagine che avevo di me, che fosse irreale non importava, l’avrei resa reale io!
"Io ho cercato di essere l’immagine che
avevo di me, che fosse irreale non
importava, l’avrei resa reale io!"
Monika: Sei coinvolto nella vita della comunità LGBTQ locale?
Eva: Non più molto, mi sono candidata alle amministrative del 12 giugno 2022 a Palermo e non ho avuto un buon riscontro dalla comunità locale. Con grande rammarico ho abbandonato la corsa alle elezioni anche in virtù di aggressioni subite in campagna elettorale, spiace moltissimo perchè Palermo è la città col più basso indice di progresso della comunità LGBT+ ed io non posso fare nulla per tutto questo. Non puoi aiutare chi non vuole il tuo aiuto!
Monika: Potresti parlarmi dell'importanza dell'amore nella tua vita?
Eva: L’amore è qualcosa che nella mia vita manca da molti anni, l’ho conosciuto con Raffaele, di cui ti ho parlato prima. E’ stato il primo uomo a farmi sentire amata e ancora oggi è presente nella mia vita, è la famiglia che non ho avuto, il fratello che non ho, il mio migliore amico. Ho avuto molte storie con altri uomini ma quello giusto non lo vedo in giro da un decennio… Lo attendo, se vorrà farsi vivo, io ci sono! Se non dovesse arrivare, posso vivere comunque grazie agli amici, i miei cani ed i miei hobby.
Monika: Qual è il tuo prossimo passo nel presente e dove ti vedi nei prossimi 5-7 anni?
Eva: Vorrei vivere in un luogo esoti come Bali, vivere una forte spiritualità, cibarsi di frutta e verdure e vivere in comunione con gli animali di cui vorrei prendermi cura.
Monika: Cosa consiglieresti a tutte le donne transgender che hanno paura della transizione?
Eva: Fatelo, se pensate che questa sia la vostra aspirazione, fatelo e basta. Scegliete però un luogo legislativamente accogliente.
Monika: La mia amica di penna Gina Grahame una volta mi ha scritto che non dovremmo limitare il nostro potenziale a causa di come siamo nati o di ciò che vediamo fare da altre persone transgender. I nostri sogni non dovrebbero finire su un tavolo operatorio; è lì che iniziano. Sei d'accordo con questo?
Eva: Assolutamente d'accordo, il tavolo operatorio è il mezzo affinchè i nostri sogni possano divenire realtà.
Monika: Eva, è stato un piacere intervistarti. Molte grazie!
Eva: Ti sono molto grata cara Monika. Un saluto dall’italia a tutte le tue lettrici, Eva Carieri.

All the photos: courtesy of Eva Carieri.
© 2023 - Monika Kowalska


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